Viaggio in Islanda, terra di stelle danzanti

Punto di non ritorno.
Questo è stata l’Islanda per me. Il mio primo viaggio da solo.

Ma come, mi dirai, la prima volta potevi fare una cosa un po’ più semplice, che so Londra?! Invece di andare a sbattere lassù, in mezzo al nulla, al freddo e a persone che non conosci!
Perché – ti risponderei io – a Londra danzano gli Dei?

Le luci del Nord

Le luci del Nord, ecco perché scelsi proprio l’Islanda come primo viaggio. Ero alla ricerca di zone meno conosciute, meno affollate, e allo stesso tempo più incontaminate e vere.

28 Novembre 2014, partiamo da Roma alle 4 di mattina, la temperatura segna 22 gradi (!) e ovviamente già so che una volta atterrato mi pentirò di aver indossato i jeans.

Conosco il primo compagno di viaggio e le nostre presentazioni hanno del surreale: “Ciao sono Gianmarco, ma puoi chiamarmi Gimmi”, “Ciao! io mi chiamo Gimmi”…bene, ora il viaggio può davvero cominciare.

Atterriamo a Reykjavik verso sera, fuori è buio e lo sarà ancora per molte ore. A queste latitudini, in questi periodi dell’anno il Sole dona la sua luce per pochissime ore al giorno.

Appena usciti dall’aeroporto ho la conferma che i jeans non sono stati  affatto una buona idea; fa un freddo cane e per terra ci sono delle pozzanghere piene di piccoli iceberg. Per fortuna l’autobus che ci porta al nostro alloggio mi salva dal congelamento.

Il primo incontro con l’aurora boreale

Partiamo presto la mattina dopo e ci dirigiamo nei dintorni di Reykjavik a vedere un faro; è illuminato da un tramonto incredibile; la luce del sole, qui al Nord, ha un colore diverso, non so spiegarlo, ma può veramente dare vita a tutto ciò che tocca.

Il primo incontro con l’aurora boreale, non potrò mai dimenticarlo. Un’emozione unica, uno spettacolo di una potenza incredibile che ti fa capire perché tutti i popoli del Nord la temevano e rispettavano allo stesso tempo.

Le luci del Nord non sono mai assicurate, si può fare un intero viaggio senza mai vederle ed era proprio questo il mio timore prima di partire. Mi dicevo: “tranquillo, comunque vada ci guadagni l’esperienza di aver visitato un posto meraviglioso, con o senza aurora”.

Non sono bravissimo a raccontarmi le favole. Io volevo vedere l’aurora boreale e, per fortuna, la buona sorte è stata dalla nostra parte! Per ben quattro giorni abbiamo avuto la possibilità di assistere alla danza degli dei, con intensità sempre crescente.

Oltre l’aurora, la magia dell’Islanda

Certo che c’è ancora molto altro in Islanda e quello che abbiamo visto durante il tragitto non è stato affatto da meno. Albe su spiagge colme di iceberg color smeraldo, cascate immerse in valli solitarie, geyser color del mare che sputano fuori acqua bollente, le luci del tramonto che sfiorano delicatamente i ghiacci perenni del Vatnajökull e i fiumi glaciali che si illuminano come fossero di fuoco.

Recita una famosa citazione di Nietzsche:
“Bisogna avere il caos dentro di sé per generare una stella danzante”.

L’Islanda è questo, uno spettacolo in costante mutamento, un continuo divenire, una terra forgiata dal caos, dove ghiaccio e fuoco combattono una millenaria battaglia. E noi, spettatori, non possiamo che rimanerne affascinati.